Il giocatore d’azzardo non vince mai, in nessun senso, ma l’eccitazione legata all’attesa dell’esito o al ricordo di una vincita è per lui/lei un potentissimo richiamo, in qualunque caso!
“Nel caso che vinca vuole riprovare a vincere, e continua a giocare fino alla perdita; oppure incassa, ma successivamente torna a giocare convinto di avere un buon metodo per vincere, e quindi perde. Quando perde dice lo stesso che la prossima volta andrà meglio, e torna a giocare per poi perdere; oppure torna a giocare per recuperare, ricordandosi però maggiormente le vincite, e continua a perdere. O pensa che la volta successiva andrà meglio, per cui gioca ancora e perde.”(Ladouceur, 2000)
Ho conosciuto gamblers che senza sapere come né perché si sono ritrovati in un centro scommesse nonostante si stessero recando a lavoro; donne, spesso pensionate, che hanno dilapidato la loro pensione al Gratta&Vinci; ragazzi che hanno rubato soldi e gioielli da casa per un brivido alle VLT (VideoLotteryTerminal); professionisti che hanno dovuto mentire spudoratamente ai propri cari nell’impossibilità ad interrompere il loro rapporto con le scommesse.
Il gioco d’azzardo (per favore no chiamatela ludopatia!) è una dipendenza patologica comportamentale che ha risvolti neuro-psico-sociali ed economici complessi, non è un vizio.
E’ l’esito di un comportamento inizialmente volontario, che provoca piacere in persone sensibili a questo tipo di esperienze (piacere può significare antinoia, eccitazione, rilassamento, sfida, ad ognuno il suo), ma che col tempo può dare tolleranza, assuefazione e dipendenza.
E’ come un cancro silenzioso e bugiardo, che promette speranze e restituisce disperazione.
A caderci sono sopratutto maschi, non solo giovani, spesso anziani, e in misura ridotta le donne ma con caratteristiche diverse e spesso in modo ancora più drammatico.
Venirne a capo da soli è spesso difficilissimo.
Le potenti stimolazioni dovute al gambling sono una calamita potente che a poco a poco annulla ogni altra forma di piacere e di autonomia.
La psicoterapia può essere di grande aiuto nel ripristinare quel senso di libertà consapevole, di riconoscimento, di autodeterminazione che il gambling annulla.
Un giorno, dopo molte sedute e molto dolore, ho ricevuto questo sms da un mio paziente:
“Caro Giancarlo oggi ho speso 60.000€ in 30 minuti…stavolta non per il gioco d’azzardo, ma per costruire il mio futuro!!!”
Si, con tre !, perché quando riesci a domare la bestia che governa ogni tuo pensiero, ogni tua emozione, che rende insonne le tue notti, allora tre punti esclamativi sono il segno di una vera vittoria, l’unica possibile: il ritorno alla libertà di scelta.