Lo psicologo A. Maslow nel 1954 elabora una teoria per spiegare i bisogni e i desideri legati al comportamento umano. Si tratta di una teoria gerarchica basata sui concetti di motivazione e bisogno.
La motivazione è una spinta vitale del comportamento che integra il nostro sistema di valori con le nostre competenze, pertanto davanti ad un bisogno la motivazione ci spinge verso la sua soddisfazione sulla base di valori e di capacità.
Per Maslowi bisogni si organizzano in una scala di priorità, e riconoscere tali bisogni permette di centrare la cura sulla persona.
Nel II dopoguerra Maslow pensava cheper migliorare la condizione umana era necessario soddisfare prima i bisogni elementari per elevare poi le persone verso il perseguimento dei bisogni più alti di autorealizzazione.
Questa teoria è stata criticata per la rigidità di questa visione piramidale dei bisogni, specie in una società complessa. Altra critica è che l’autorealizzazione di sé rappresenta per Maslow solo un processo intrapsichico.
Vediamo allora i diversi scalini di questa piramide:
1. Bisogni fisiologici: sono alla base della vita (fame, sete, calore, respiro) i primi a dover essere soddisfatti perché servono all’autoconservazione. Se non vengono appagati non ci sarà spazio per nessun altro bisogno.
2. Bisogni di sicurezza: sicurezza, lavoro, salute, protezione sono possibili solo se si è vivi!
3.Bisogni di appartenenza: soddisfatta la necessità di essere vivi e al sicuro ci si può aprire alle relazioni e agli affetti.
4. Bisogni di stima: da una vita di relazione emerge il bisogno di sentirsibenvoluto, stimato e di avere una buona opinione di sé.
5. Bisogno di autorealizzazione: per Maslow la realizzazione di sé si costruisce solo se tutti gli altri bisogni vengono soddisfatti. È l’aspirazione a diventare ciò che si vuole essere, sfruttando al meglio le proprie capacità fisiche, intellettive ed emotive.
Dagli anni ‘50 le cose sono cambiate molto, siamo diversi noi, è diverso il mondo e il sistema di valori. Le nostre case sono sempre più grandi e piene di cose anziché di persone, i conti in banca sono più ricchi e la nostra vita sociale sempre più povera, abbiamo migliaia di follower e neanche un amico. L’eccessiva spinta verso l’autorealizzazione personale ci ha condottoai limiti della guerra fratricida, all’ambizione a tutti i costi, al successo e del potere come valori di base, alla distruzione del creato, al primato dell’economia sull’etica e sul benessere.
Va ripensata allora l’idea di autorealizzaizone, non come soddisfazione dei propri bisogni soggettivi ma come punto di incontro tra i bisogni personali e quelli collettivi: pace, giustizia, etica, bellezza, creatività.
Una società sana non si misura dallo sviluppo tecnologico o economico, ma dalla qualità delle persone che esprime.