Felicità, “Gioia” e Depressione

da | Ott 17, 2020

I disturbi dell’umore colpiscono nel mondo quasi 322 milioni di persone (OMS), le donne più degli uomini (2:1).

Si tratta della sesta causa di invalidità tra i 15 e i 44 anni, una gamma di disturbi che in Italia ha una prevalenza del’11,2% nell’arco di vita (studio ESEMD),interferendo sulle normali funzioni affettive, cognitive, sociali e lavorative della persona.

Tra le diagnosi, i disturbi d’umore sono la terza malattiaal mondo dopo quelle cardiovascolari e oncologiche.

Le cause? Varie: genetiche (talvolta), biologiche, relazionali (spessissimo).

Ce n’è una molto interessante e sottaciuta: la ricerca ossessiva della #felicità!

Curioso che veniamo continuamente sollecitati dai media, dai modelli educativi e organizzativi ad essere più belli, ricchi, giovani, bravi e felici…a tutti i costi, e ci ritroviamo invece ad essere più soli, intolleranti, tristi, arrabbiati, infelici e spessodepressi.

L’ossessione della felicità, quasi fosse uno status da conseguire o un prodotto da acquistare, sta falcidiando milioni di persone.

Dovremmo invece concentrarci sui nostri corpi, sulle reciproche risonanze tra umani, sul recupero della #contentezza, piuttosto che sulla guerra per la felicità.

Allora contatteremmo la #gioia, esperienza che come dice #Arminio va vissuta e non pensata.

Solo abbandonando l’impeto furioso della ricerca della felicità ci apriamo alla gioia, al respiro, all’incontro pieno con sé e l’Altro.

Lo spazio “sacro” della #psicoterapia può essere luogo privilegiato per ripensare il proprio rapporto col corpo, col mondo, con l’Altro e ricontattare la capacità di #gioire, intristirsi, stupirsi.

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