Sotto la maschera del narcisista

da | Giu 12, 2020

Da tutti dipinto come una persona piena di sé, egoista, odiosa, interessata solo al successo personale, cos’è davvero il narcisismo?

Siamo di fronte ad una sofferenza relazionale spesso grave che condiziona i rapporti interpersonali e di cui difficilmente chi ne soffre ha percezione: semplicemente si reputa così, e in questo modo si protegge!

Il narcisista è stato un bambino “non visto”, mortificato nei bisogni, amato… a patto che rispondesse agli standard dei genitori, che si è sentito indegno, non meritevole di amore.
Per conquistare i genitori ha sviluppato una particolare sensibilità per i bisogni altrui rinunciando ai propri, e riducendo la capacità di “sentire” le proprie emozioni.

Non ha goduto di un sano legame affettivo e da adulto teme di coinvolgersi in un legame in cui potrebbe nuovamente sentirsi schiacciato e negato.

Da adulto è dominato dalla vergogna e dalla consapevolezza di essere un grande bluff, e porta dentro un costante vuoto di autostima che lo spinge verso relazioni basate sulla soddisfazione dei propri bisogni.

Il sentirsi sempre “non amato” porta il narcisista a proteggersi dagli altri, si percepisce incapace di sopportare la tensione dell’intimità e pertanto si allontana dalle emozioni altrui: da qui la seduzione, la manipolazione, lo sfruttamento dell’altro.

Dominato dalla fobia per i legami profondi, non si lascia coinvolgere emotivamente e al contrario si lascia sedurre, illusoriamente, dalla propria immagine, la coltiva con dedizione, amore, tratta gli altri come oggetti, incurante dei loro sentimenti.

Esibizionismo e grandiosità proteggono il narcisista dal senso di vuoto incombente e nel tentativo di proteggere l’abbozzo di sé dice: “non ho bisogno di legarmi a te”.

Il narcisista percepisce il proprio abisso solo quando va incontro ad un grande fallimento relazionale. Allora va in terapia, e la costruzione della relazione terapeutica è la terapia stessa.

Dominato dall’Io, in terapia troverà il sostegno per attraversare la graduale scoperta del Noi, un’esperienza di sano legame che può aiutarlo a superare la fobia della relazione profonda.