Finalmente è arrivato!
Il rinnovo della certificazione da parte della European Association for Gestalt Therapy.
Sono passati 10 anni dal mio primo accredito e dalla parallela adesione all’associazione Europea di Psicoterapia (EAP), e non si tratta di una semplice iscrizione ma di una vera e propria certificazione di un percorso lungo, impegnativo e faticoso.
Molti pensano al lavoro dello psicoterapeuta come ad un eremita chiuso, in modo solipsistico, nel suo studio, concentrato sui libri e sulle tante teorie oggetto di studio.
Nulla di più lontano dalla realtà e dal mondo che viviamo: tutto quello che accade nel mondo entra prepotentemente nel lavoro terapeutico, attraverso il paziente e lo sguardo del terapeuta aperto e critico sulla realtà.
E poi chi vive solo si estingue…
Una delle cose più belle che anima il mio lavoro e che mi rinnova l’entusiasmo è l’essere parte di una comunità scientifico-gestaltica e umana in cui riconoscermi, con cui confrontarmi, una comunità che in questi anni ha assunto una dimensione internazionale grazie agli scambi didattici propostimi dall’Istituto di Gestalt HCC Italy e dalla sua Direttrice Prof.ssa Margherita Spagnuolo Lobb.
Ogni tanto mi fermo a pensare malinconicamente e stupito al mio percorso: ormai 22 anni fa mi laureavo all’Università di Palermo in Psicologia clinica e di comunità, per la precisione l’11 dicembre del 1998, e da allora prendeva forma una passione mai scemata.
L’interesse per la cura relazionale, l’attenzione per il benessere dell’altro, la passione per la ricerca e il sostegno alla bellezza che vive sotto le ceneri della sofferenza.
Mi fa sorridere quando sento dire “In fondo siamo tutti un po’ psicologi, no?”, una frase che dice della scarsa considerazione che ha la nostra professione, dell’arroganza di molti e della difficoltà narcisistica a fidarsi delle relazioni.
Facciamo un breve riassunto: dopo la laurea un anno di tirocinio, esame di abilitazione, 4 anni di scuola di psicoterapia (una delle scelte più importanti della mia vita), 4 anni di tirocinio, 2 anni di volontariato come psicologo in un Servizio Tossicodipendenze, abilitazione alla professione di psicoterapeuta, apertura dello studio, master, corsi e perfezionamenti, bandi di concorso, Co.Co.Co, Co.Co.Pro, Co.Co.NON-SO-PIU’-COSA, docenze, studio, clinica, ricerca, convenzioni, supervisioni, intervisioni, convegni, seminari, pubblicazioni, protocolli d’intesa, …
E la storia continua, perché quando sei mosso da una passione vera, la cura della sofferenza psichica e relazionale, tutto questo non ti stanca ma semmai ti dà la carica.
Ma vi prego: non ditemi più “In fondo siamo tutti un po’ psicologi, no?”