Viviamo un tempo di incredibile incertezza, di spaesamento, sospesi tra il ricordo di ciò che era la nostra quotidianità e la preoccupazione se saremo in grado di riconquistare la nostra vita, la libertà, le nostre abitudini, e l’ansia dilaga nelle nostre vite. Penso alla tristezza dei disabili, e delle loro famiglie, ai ragazzi e ai bambini chiusi in casa; sono i veri eroi silenziosi di un tempo in cui il contatto fisico è fortemente negato, lo sguardo è mediato da uno schermo.
Nelle poche occasioni in cui sono uscito ho avvertito il silenzio pesante della gente, lo sguardo impaurito di chi mi precede nella fila per il pane: quanta paura!
ppure la rabbia senza contenimento di chi non ce la fa più, di chi vorrebbe di più, di chi pensa di avere le soluzioni in tasca, di chi è disperato. Emozioni comprensibili e contestuali, non sarebbe sano negarle; e tuttavia, se puoi, non cedere all’ansia incontenibile del “dopo”, non lasciare che il tuo corpo sia depresso dalla tristezza, non permettere che le tue relazioni siano inondate dalla paura, trasforma la rabbia libera in energica progettualità.
Prova a sentire il respiro del tuo corpo, vivilo nelle persone che ti stanno vicino, abita e coltiva la bellezza di un gesto, la spontaneità di un sorriso, inebriati della creatività di un tempo ritrovato. Provaci, non lasciare che ansia, tristezza, paura e rabbia ti sottraggano la speranza!